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  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 gennaio 1974
 
di Tonino Valerii, con Terence Hill, Henry Fonda, Jean Martin, Piero Lulli (Italia, 1973)
 
Di Sergio Leone, ispiratore della pellicola, bisogna pur fare una netta distinzione tra l'arrosto ed un certo fumo delle sue opere. Leone (o chi per esso) ha scardinato abilmente la meccanica dei “western”: non so tanto se per ambizioni rinnovatorie, ma anche perché gli tornava comodo. Delle scene d'azione ha esasperato il dinamismo, a metà tra la farsa ed il dramma, con grandi risultati spettacolari, anche se non sempre con grande senso della misura nel dosaggio dei due ingredienti. Delle sequenze contemplative, paesaggistiche, ha abilmente sfruttato il suo indubbio intuito formale, introducendo dei momenti di pausa, di “poesia” che la musica di Ennio Morricone, astuta quanto invadente, puntualmente sottolinea.

Tutto questo, nel migliore dei casi porta a dei notevoli traguardi spettacolari. Che al regista italiano bastino lo si può anche capire, ma non che li si contrabbandino sempre per risultati artistici o nuove strade per la grande tradizione del genere. Ogni sequenza delle opere di Leone tende esclusivamente al raggiungimento del massimo effetto spettacolare: e ogni elemento della creazione cinematografica è al servizio di questo scopo.

I veri “western” giungevano, nella loro scheletrica essenzialità, a portare uno sguardo morale, un giudizio sull'uomo e sulla società. E proprio per l'elementarità delle situazioni delle situazioni quello sguardo acquistava una forza estrema ed universale. Nella semplicità degli schemi, il gioco eterno della vita si svolgeva con sublime verità ed efficacia. Dalla cavalcata solitaria in una pianura, dal semplice inserimento di un individuo in una dimensione nasceva un significato eterno che andava ben oltre i limiti dell'aneddoto. Ora ditemi voi cosa è rimasto di tutto questo nei “western” di Leone. É rimasto, guarda caso, la presenza straordinaria, schiacciante, di uno sguardo, quello di Herry Fonda. La sola cosa che il regista non ha potuto reinventare.


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